Demo e canzoni appassionate
Milano è un cannibale: il titolo già riassume buona parte del senso di questo nuovo album di Giordano Di Fiore. Che sia un disco un po’ folle, lo si intuisce a partire dalla cover: un cervello (proprio quello dell’autore). Perché Milano, città in cui è nato e vive Giordano, non è una città facile. Non lo è mai stata, e la contemporaneità ne ha accentuato i tratti: uscire dalle regole corrisponde ad una strategia, spontanea ma dolorosa, di sopravvivenza. E Giordano vive nella terra di mezzo: scrive canzoni, dipinge, collabora con alcune radio, fa podcast. Ma non fa l’artista, o quantomeno non di professione. Svolge un lavoro “normale”, pur non avendo mai perso la voglia di comunicare, di condividere e, talvolta, di urlare le proprie emozioni.
Milano è un cannibale si compone di 14 tracce, la maggior parte inedite, e qualcuna rivisitata. E’ un album interamente lo-fi, realizzato in casa: Giordano canta, suona le chitarre e il basso. Qualche volta, interviene una batteria virtuale. Ha registrato e confezionato il tutto (cervello di copertina compreso) un po’ di getto, con l’urgenza di far sentire il suo sguardo sul presente.